venerdì 29 febbraio 2008

LACRIME E RUGIADA


Le tue ali fendono il cielo,
tra mare
e polvere di stelle.
Piume bianche
che galleggiano nell'aria,
ali d'angelo, lievi.
Ancora cariche d'amore.

Gocce di dolcezza
colano
dalle emozioni squadernate
dei ricordi
a curare
il silenzio sanguinante
del tuo volo.

Le domande si frangono
come onde
contro
il buio.
Pugni di sabbia
negli occhi
a graffiare la vista,
accecata di rabbia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ali ferite che trasudano sangue: brivido che si fa parola.
Da urlare, da svuotare, da prendere e gettare via. Il buio digerito e vomitato, via dagli occhi dalle mani dalla carne. Cenere da cui nascerà cristallo.

Sali sul tuo dolore e cavalcalo, come ora, come stanotte, come davanti al mere. Galloppa, forte fino a non sentire più le tue estremità di uomo, fino a non ricordarti il tuo nome.
Apri gli occhi.
Senti? Ecco ciò che andavi cercando: i brividi del mondo entrati nelle vene. Sei Vivo.

chiara