mercoledì 31 ottobre 2012
"CODE NAME: GERONIMO". MORTE DI UN'ICONA
sabato 30 giugno 2012
SULLE STRADE DELLA COLPA
giovedì 31 maggio 2012
DIAZ... LA VERGOGNA
venerdì 30 marzo 2012
COME LE LACRIME, NOI CADIAMO NEGLI ANGOLI
mercoledì 29 febbraio 2012
LA RAPINA PERFETTA - STRUMENTI PER CAPIRE
È ufficiale: gli Stati Uniti d'Europa non hanno nulla a che fare con la democrazia. Il 2 febbraio 2012 è stata firmata dagli stati membri la nuova versione del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità.
Cos'è il MES, e perché nessuno ne parla?
Il MES è l'arma con cui le grandi potenze economiche e finanziarie che hanno conquistato l'Europa compiranno, indisturbate, nuove rapine nel corso dei prossimi anni. Ai danni dei semplici cittadini dell'Euro-zona, naturalmente.
Ufficialmente, il MES è un fondo di salvataggio, con il compito di erogare prestiti ai Paesi incapaci di ripianare da soli i loro debiti internazionali. Dietro questa maschera dipinta di solidarietà a grossa grana, si nasconde in realtà un organismo fortemente elitario e antidemocratico.
Queste sono le prove, contenute nel documento ufficiale scaricabile da qui:
http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/ecofin/127788.pdf
Dunque, ricapitolando:
- l'articolo 8 stabilisce che il capitale sociale di partenza del MES ammonterà a 700 miliardi di euro
- l'articolo 10 stabilisce che l'articolo 8 può essere modificato dal consiglio dei governatori, che potranno innalzare senza limiti la cifra
- l'articolo 9, come se non bastasse, consente al consiglio dei governatori di esigere dagli Stati membri il pagamento del capitale non ancora versato, in tempi strettissimi (anche 7 giorni).
Ma le democrazie si opporranno, si potrebbe pensare.
Sbagliato. Perché, una volta ratificato il trattato, il MES è diventato un organismo "super-partes", su cui i parlamenti nazionali non hanno alcun diritto di veto.
Ecco la tabella riassuntiva che illustra quanto e in che percentuale ciascuno Stato contribuirà a rimpinguare le casse del MES:
Stato membro dell'ESM | Percentuale di | Sottoscrizione di capitale |
Germania | 27.1464 | 190,024,800,000 |
Francia | 20.3859 | 142,701,300,000 |
Italia | 17.9137 | 125,395,900,000 |
Spagna | 11.9037 | 83,325,900,000 |
Olanda | 5.717 | 40,019,000,000 |
Belgio | 3.4771 | 24,339,700,000 |
Grecia | 2.8167 | 19,716,900,000 |
Austria | 2.7834 | 19,483,800,000 |
Portogallo | 2.5092 | 17,564,400,000 |
Finlandia | 1.7974 | 12,581,800,000 |
Irlanda | 1.5922 | 11,145,400,000 |
Slovacchia | 0.824 | 5,768,000,000 |
Slovenia | 0.4276 | 2,993,200,000 |
Lussemburgo | 0.2504 | 1,752,800,000 |
Cipro | 0.1962 | 1,373,400,000 |
Estonia | 0.186 | 1,302,000,000 |
Malta | 0.0731 | 511,700,000 |
L'Italia è il terzo contribuente, con la percentuale del 17,9137%: contribuiremo perciò al MES con la quota di 125.395.900.000 €, cioè oltre 125 miliardi. 80 dei 700 miliardi andranno ripianati entro 5 anni. Dunque, calcolando la percentuale, in 5 anni l'Italia dovrà sborsare 14,33 miliardi, ovvero 2,86 miliardi all'anno. Sperando sempre nella clemenza dei governatori, che all'improvviso, e senza dover mai rendere conto a nessuno, potranno aumentare a loro insindacabile giudizio le quote.
È questo il motivo per cui è stata costruita l'Unione Europea?
Chi ha voluto l'unificazione economica dell'Europa?
Chi ha creato il debito, e perché dovremmo pagarlo noi semplici e onesti cittadini?
La crisi economica di questi anni è solo un caso oppure è una situazione cercata e voluta dai grandi gruppi di potere?
Solo creando una crisi le istituzioni più forti possono poi proporsi di risolverla, intervenendo dall'alto, come fossero una sorta di deus ex machina. E apparendo anche come presenze salvifiche, quando in realtà non fanno altro che curare e sistemare i propri interessi. D'altronde, il Fondo Monetario Internazionale ha costruito le proprie fortune su questo abuso di potere.
Facciamo un ipotetico esempio: siamo la Repubblica dei Fichi Secchi, e non siamo particolarmente svegli e produttivi. Così, un po' per pigrizia, preferiamo importare dall'estero prodotti migliori e più economici dei nostri. Ma in questo modo il debito estero aumenta e la nostra produttività diminuisce. Se avessimo una nostra moneta, potremmo svalutarla, col risultato di riequilibrare un po' la situazione: se i prodotti esteri iniziano a costare di più, ci diamo una mossa e innalziamo la produttiva, magari spingendo anche i nostri prodotti per l'esportazione. Ma non abbiamo una nostra moneta, facciamo parte di €urolandia! E così, come se avessimo un tasso di cambio bloccato, non riusciamo più a ripianare il debito estero: e i soldi del fondo salva-stati che generosamente €urolandia ci concede non fanno che peggiorare la nostra situazione, perché sul lungo termine ci costringono a pagare interessi altissimi, rendendoci loro schiavi.
Questo spiega perché il MES sia in realtà un colpo di Stato effettuato in 17 Paesi contemporaneamente.
Un ulteriore aspetto da approfondire è la composizione del consiglio dei governatori del MES.
Questi sono i suoi componenti:
- 17 ministri delle Finanze, uno per ciascuno Stato (e per l'Italia chi poteva esserci, se non Mario Monti?)
- 3 "osservatori", che più che osservare hanno il compito di "indirizzare":
il membro della Commissione Europea responsabile per gli Affari economici e monetari,
il Presidente dell’Eurogruppo (un club informale di questi 17 ministri delle Finanze)
e il Presidente della Banca Centrale Europea. 3 "osservatori" tutt'altro che neutrali che, con il loro "carisma", possono tranquillamente spingere il consiglio in una direzione o nell'altra.
Al MES, almeno per il momento, è richiesto di deliberare all'unanimità. In realtà, la faccenda è più complicata. L'importante è che non ci siano voti contrari. E una decisione è valida anche se non tutti i 17 ministri sono presenti: infatti ogni ministro rappresenta un numero di voti che corrisponde alla percentuale sottoscritta dal suo Paese. E quando sono presenti due terzi dei ministri, i quali a loro volta raggiungano i due tersi dei voti totali, le decisioni sono da ritenersi valide. In futuro, per impedire che qualche eventuale e coraggioso ministro delle Finanze di un piccolo Paese voglia fare il guastafeste e ribellarsi, il criterio dell'unanimità potrebbe essere modificato. E a quel punto basterebbe che i primi 4 contribuenti fossero d'accordo per togliere agli altri qualsiasi potere.
La dittatura della finanza è veramente alle porte.
Ed è destinata a rimanere impunita, perché ciascun membro del consiglio dei governatori ha diritto ad un'immunità totale, e non deve rispondere delle sue azioni a nessun parlamento, istituzione e tantomeno magistratura.
Se perfino Tremonti, che al tavolo dei grandi finanzieri si è comunque seduto, arriva a parlare di "nazismo bianco" c'è davvero di che preoccuparsi.
martedì 31 gennaio 2012
LA RAPINA PERFETTA
"Viviamo in un mondo in cui la suprema funzione del segno è quella di far scomparire la realtà e di mascherare nel contempo questa scomparsa"
(Baudrillard, Il delitto perfetto)
Dicevano che l'Italia era una Repubblica fondata sul lavoro.
Forse bisognerebbe trovare il coraggio di aggiornare la Costituzione, visto che l'articolo 1 sembra descrivere un Paese ormai inesistente.
Perché siamo arrivati a questo punto? Come ci siamo fatti trascinare nel buco nero della crisi economica e sociale, culturale e istituzionale?
I media ci raccontano che in tempi di crisi servono personaggi eccezionali e misure straordinarie per sopravvivere alle sabbie mobili che ci vorrebbero inghiottire. È sempre stato così, come durante le guerre. Ma oggi non dobbiamo preoccuparci troppo: la nostra democrazia non corre rischi, e il parlamento offre un serio sostegno al governo Monti.
Già, il governo Monti…
Un rapido fast rewind ci può ricordare come è nato.
È il novembre del 2011 quando, nel giro di pochi giorni, crollano i governi di due Paesi dell'Unione Europea. In Grecia, un Paese travolto dai debiti pubblici, il legittimo governo si dimette e l'Europa impone un nome: Papademos. Le firme raccolte dai cittadini per promuovere un referendum sulle misure di austerity vengono congelate. Tanto, a cosa serve la volontà del popolo?
In Italia il torpore della coscienza politica è radicato così profondamente che in pochi si accorgono di ciò che succede davvero, dietro le quinte. Dopo aver trasformato la politica in un degradante ed inutile teatrino, anche Berlusconi conosce finalmente il sapore amaro della sconfitta. Ma non viene abbattuto né da uno dei numerosi scandali sessuali che lo riguardano, né dall'inadeguatezza dei provvedimenti politici del suo governo, né da una sacrosanta insurrezione popolare: a piegare l'affarista Berlusconi sono le voci sullo spread, l'assenza di fiducia dei mercati internazionali, la congiuntura economica negativa che morde l'Occidente. Lo stato di emergenza creato ad arte spinge anche il presidente della Repubblica Napolitano a propendere per l'ipotesi del governo tecnico, per risollevare le italiche sorti. Così, in fretta e furia, Mario Monti viene nominato prima senatore a vita e subito dopo viene investito del ruolo di Capo del Governo. Sembra quasi la sceneggiatura di un film. Invece, purtroppo, non è soltanto finzione: la "democrazia sospesa" - come l'hanno definita alcuni giornalisti - è lo status attuale del nostro Paese.
Utilizzando le categorie di pensiero di Baudrillard, si potrebbe forse affermare che la rappresentazione della democrazia si è trasformata in una dimensione iper-reale, in una sorta di iper-democrazia: ovvero una costruzione artificiosa e irreale, inventata e tecnocratica, in cui il concetto stesso di democrazia assume contorni inquietanti, fino a perdere la propria identità.
Una democrazia imposta dall'alto non è un ossimoro?
Il punto è: chi sono i burattinai? Chi governa i fili? Chi ha il potere di tagliarli, questi fili, e di far uscire di scena una marionetta?
È del tutto evidente che esiste una sovranità superiore, quella europea. Ed è altrettanto lampante come l'Unione Economica Europea non sia comunque il vertice della piramide del potere. Ci sono dei gruppi, delle ristrette oligarchie finanziarie, che hanno il potere di influenzare l'andamento dei mercati e la vita politica degli Stati. E non si tratta solo degli sceicchi sauditi che, con il loro petrolio, hanno finanziato perfino il debito pubblico americano, né degli emergenti magnati cinesi lanciati alla conquista del mondo. Si tratta anche di organizzazioni private - come il famigerato gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale - di super-finanzieri ed economisti che, dall'interno del sistema occidentale, cercano di condizionare le scelte di interi Paesi ed aree. Spesso riuscendoci. Perché il loro potere è quello del denaro. A chi conviene mantenere gli Stati in costante allarme, sotto la minaccia di fallimento, se non alle grandi banche che si accollano il rifinanziamento speculando sui tassi di interesse?
Forse senza rendersene conto anche i grandi finanzieri, costruttori di illusioni, finiscono però per vivere in un mondo iper-reale che si sta accartocciando su se stesso, come un foglio di carta che brucia. Sembra che anche i soldi siano diventati virtuali, come miraggi, chiusi dentro flussi invisibili. Siamo di fronte alla rapina perfetta: i concetti sono scollegati dai loro referenti reali. Come se, dopo aver studiato un accurato piano, i rapinatori riuscissero a penetrare in un caveau super-protetto e non trovassero nient'altro che foto e disegni di banconote e lingotti d'oro, rimanendo sbigottiti. Ma se il denaro non circola veramente, impedendo la perpetuazione del sistema produci-consuma-produci-consuma-crepa, vengono meno le basi dell'ideologia capitalista.
Ma chi ha costruito e gonfiato i buchi e i debiti statali? E chi li deve ripagare? Di chi sono le responsabilità? Perché nessuno ci racconta esattamente come stanno le cose? Perché un onesto cittadino dovrebbe piangere lacrime di sangue per contribuire a ripagare un debito di cui non ha alcuna colpa?
In questi giorni si sono moltiplicati i controlli della guardia di finanza a caccia di evasori fiscali. Cortina d'Ampezzo, Portofino, Milano... Prova di moralità del governo Monti o operazione ad alto impatto spettacolare, per mettere a tacere un po' di critiche? La lotta all'evasione è un aspetto fondamentale ed è giusto iniziare a combatterla veramente. Peccato che le operazioni spettacolari non abbiano intenzione di sfiorare il vero nocciolo del potere: la grande finanza, ambiente a cui appartiene anche il nostro attuale premier.
Dietro la sua rassicurante maschera da innocente, Mario Monti cela un aspetto molto pericoloso. Ha fatto parte dello Steering Committee (comitato direttivo) del gruppo Bilderberg ed ha avuto un ruolo direttivo anche nella Commissione Trilaterale. "Ha fatto parte" ed "ha avuto" sono formule al passato semplicemente perché la sua carica politica attuale è incompatibile con i ruoli ricoperti all'interno di queste associazioni private, che si propongono di guidare l'economia globale agendo sui canali della finanza e limitando la democrazia, ritenuta una forma troppo complessa da gestire. Ma poco contano le smentite e la cancellazione del nome di Monti dall'elenco ufficiale dei membri delle due organizzazioni: l'appartenenza ad una ristretta cerchia dominante e la condivisione di certe idee e valori - certificati da anni di riunioni segrete, frequentazioni, ruoli importanti - non si cancellano con il tasto di un computer. Anzi, il legame sembra rafforzarsi: Monti è un uomo della grande finanza uscito allo scoperto e mandato a dirigere la vita politica di una (ex) grande potenza occidentale, e, nonostante i suoi goffi tentativi, non può rendere invisibile questo legame.
In tutto questo processo di conquista del potere, che fine ha fatto il Parlamento? Si è stranamente compattato in una maggioranza silenziosa e apatica, forse solo in questo rappresentativa del nostro popolo oggi. Il fronte unico PD-PDL-UDC spaventa perché significa che il Parlamento ha abdicato: accettando la propria incapacità di governare, ha fornito l'appoggio ad un vero e proprio colpo di stato, divenendo il complice perfetto: perché è attraverso le forme istituzionali che il colpo di stato viene legittimato. Il recente sostegno della larga maggioranza al governo - con cui il parlamento ha dato il via libera a Monti affinchè con il suo carisma ci guidi verso la realizzazione degli Stati Uniti d'Europa - testimonia ciò che è avvenuto: la finanza ha ottenuto il potere attraverso la legalità.
E cosa importa al mondo della finanza se una piccola procura come quella di Trani avvia un'indagine contro le agenzie di rating come Fitch, Standard & Poor's e Moody's? Non possono certo essere due piccoli magistrati a fermare l'onda distruttiva del potere finanziario, che si fonde a quello politico fingendo di trasformarsi in esso, in un continuo gioco di simulazione e dissimulazione, per salvare le apparenze. Lo spread, le speculazioni, le voci che si rincorrono per essere poi frettolosamente smentite: sono queste le armi con cui il potere finanziario ha guidato l'assalto al potere politico. Mantenere gli Stati sul baratro della bancarotta è sempre un'occasione per i grandi banchieri, che hanno la possibilità di rinegoziare ingentissime somme alle loro condizioni.
Ma qual è il rischio di questo gioco? Cosa succederà quando gli stessi poteri forti si accorgeranno di aver scherzato col fuoco, fino a bruciare l'intero sistema economico? E chi ne pagherà le conseguenze?
Che qualcuno ci risponda...