lunedì 31 marzo 2008

IL SUONO DEL SILENZIO



Silenzio.
Ali di farfalla immobili, come cristallizzate.
Come se il tempo si fosse fermato, in volo.
Fotogrammi congelati.

C’è troppo rumore, a volte.
O troppo silenzio.
Deflagrazioni di bombe e granate che sventrano illusioni.
O gocce di rugiada che rimbombano nel vuoto di una cattedrale deserta.

Il silenzio è un dono ed una prigione.
Quando attorno il mondo sembra esploderti addosso, con schegge di sogni brucianti come dardi avvelenati, il silenzio ti invita a seguirlo, con una carezza dolce e sensuale: il fascino della solitudine e del confronto con se stessi, la bellezza del mare che torna a placarsi dopo la tempesta, il delicato fruscio di una foglia verde che cade.
Sa essere lieve e dolce, il silenzio.
Come un bacio su una ferita.
Perché ti aiuta ad ascoltare, a dare significato a gesti, parole, sguardi.
Ti permette di lasciar decollare la fantasia, l’immaginazione, l’interpretazione. E di volare, libero, nel tuo cielo dentro, pieno di stelle.
Forse oggi ci sono troppe parole perché non sappiamo più ascoltare il suono del silenzio.
Parole vuote sparate a raffica per non sentire quella musica.

“…gli amanti, tutti, cercano quella musica,
in quel momento, dentro le parole,
sulla polvere dei gesti, e sanno che,
ad averne il coraggio,
solo il silenzio lo sarebbe, musica,
esatta musica...”
(Baricco, Oceano mare)

Ci vuole coraggio, per sentire il silenzio: momento profondo di condivisione e contatto con pensieri indelebili ed emozioni spesso scomode.
Nell’intimità profonda del silenzio, cerchi di costruire un senso alle esperienze che vivi, al dolore che si tatua nella carne, alle speranze che ti sfiorano come carezze di una brezza gentile.
E questo è un dono.
È un dono saper amare il silenzio e ascoltarlo.
Ma qualche volta l’amore diventa criminale. Così, il folle amore per il silenzio si trasforma in una pericolosa crudeltà. Un’allucinazione, una menzogna.
Un rifugio da se stessi.
E una scusa, una barriera.
Nella bolla di illusione del silenzio si rischia di morire di solitudine o consumarsi per aridità.
Quando il mondo intero diventa lontano.
Quando l’insensibilità indurisce il cuore.
Quando le favole non credono in te.
Quando vorresti abbracciare con forza un sogno che si dilegua.
Quando i desideri pungono come spine.
Quando la carne è malata d’assenza d’amore.
Quando gli occhi rimangono sintonizzati su un canale nero.
Quando il tuo fantasma ti chiede perdono sincero…
È il momento di recidere il fiore del tuo silenzio.

Apriti, scrivi parole infiammate di corpo e anima. Racconta. Manda in frantumi le paure, infrangi le vetrate dei silenzi, e condividi il tuo cuore, le tue emozioni più profonde, dolci e spaventose.
Fai risuonare nel silenzio il frullio magico delle tue ali in volo, verso le stelle.

giovedì 13 marzo 2008

NEL CIELO DI SILVIA

Vorrei graffiare il cielo
e farlo sanguinare:
una pioggia di lacrime rosse
a bagnare
i miei sogni in bianco e nero.

Neri fantasmi sibilanti si aggirano tra le strade della città,
come ladri di emozioni.
I muri di pietra e cemento armato sudano freddo.
Gocce di cristallo cadono a terra,
in un fragoroso frantumarsi di ricordi.
Schegge scintillanti e taglienti,
affilate lame di ghiaccio a sezionare l’eternità.

E ci sono momenti in cui vorresti fermare il tempo,
cristallizzare le lancette che scorrono inesorabili
e nuotare in una dimensione liquida
come gli orologi sciolti al sole di Dalì.
E vorresti urlare a Dio la tua livida preghiera,
e non essere così fragile,
per salvarla.

Il pensiero dei tuoi baciosorrisi sfiorati mi fa piangere.
Quanta musica c’è dentro questa rabbia soffocante?
Sei tatuata sulla pelle di un’anima
che si stacca a brandelli.
Brividi.
Le parole si spengono.
Mute, di fronte al cancro della morte.
Perché anche la bellezza deve morire?
Foglie che si agitano nel vento,
petali che cadono in ralenty senza più colore,
ali di farfalla che si arenano tra folate impietose.

…spine di rosa urlanti artigli unghie urticanti grumi di sangue ferite cicatrici velenose lacrime tossiche mani scorticate baci avvelenati ruggine e polvere…

“I know someday you'll have a beautiful life,
I know you'll be a star
in somebody else's sky, but why
Why, why can't it be, why can't it be mine?”

Forse, è anche per questo che esistono le favole:
piccoli fiori che si aprono in faccia all’infinito,
racconti come piccoli raggi di sole per illuminare un universo
ancora capace di speranza.
Quando la crudeltà sembra annientare anche l’amore,
quando la tristezza lascia senza fiato…
Quando le domande si scontrano col mistero,
quando la voglia di vita sussurra vendetta…
Tu ci sei.
Tu sei lì, ad accendere stelle,
scintille che rischiarano il buio del silenzio.
Anche la luna, innamorata di te,
sta scoccando frecce di fuoco.

Alzo gli occhi.
Il cielo sopra e dentro me è trapuntato di stelle.
Perché il tuo amore non è andato perduto,
lo sento:
sei dentro le persone che hai amato.
E ci resterai per sempre,
dolce angelo sensuale.
Sempre, fino all’ultima goccia di miele e di vita.
Quanta magia c’è nell’amore?

Ti voglio bene. Per sempre.