giovedì 19 giugno 2008

"HOMING". TRA BELLEZZA E IMMONDO

Raccogliere i cocci.
Si può passare una vita, nell’affannosa pulizia di ciò che rimane di noi.
Nascondere gli scarti, occultare i rifiuti, provare a re-incollare le schegge di cuore volate via.
Siamo brandelli di carne che si staccano dall’anima, lacerti incontrollabili, frammenti di crisalidi spazzate via dal vento.
Siamo cellule radioattive in movimento, tra cumuli di macerie e spazzatura.

Come si può sentirsi a casa, in un mondo così?
Come si può continuare ad affannarsi per lustrare il pavimento, quando tra gli anfratti dell’anima si annidano mostri ripugnanti e scarafaggi repellenti, in agguato tra i detriti di noi stessi?
Homing - il primo romanzo di Sara Benedetti - affonda lo sguardo nei recessi più intimi e bui.
E lo fa grazie al talento di una scrittura nello stesso tempo asciutta e potente, dolce e rabbiosa.
È la storia di Mariano, professore trentacinquenne, alle prese con i pensieri più scomodi, con le decisioni più dolorose, con una guerra da combattere contro il nemico più vile e feroce: se stesso.
Una vita passata a raccogliere cocci, quella di Mariano, ma scossa dal desiderio di potersi finalmente accettare: dare alle fiamme i sensi di colpa, liberarsi dalle catene delle paure, spezzare il perverso circolo della rassegnazione.
Per sentirsi libero.
E vivo.

“Finalmente qualcuno che crede che i libri possano cambiare la vita”.
Ci siamo conosciuti così.
Ed è stata subito un’emozione stupenda.
Le prime lettere, e le ultime, e le canzoni, i sogni, le paure, i sorrisi, le lacrime. E le stelle.
Stelle appese al cielo, scaglie incorporee che scintillano nella notte, e riscaldano col fuoco della loro dolce polvere.
Stelle sempre accese a cui mi aggrappo per ripensare al tuo sorriso e per farmi commuovere dal pensiero di te e dei tuoi gesti, dalla vita che cambia e ci sorprende, regalando emozioni indimenticabili.
Senza rimpianti, senza nostalgia. Senza cocci da raccogliere.
Perché è bellissimo, sempre, sentirti felice, e profondamente vera.

I libri possono cambiarci la vita?
Scrivere e leggere sono gesti radicali che ci mettono in discussione, e possono aiutarci a modificare e migliorare il modo in cui guardiamo, sentiamo e viviamo il mondo.
Con le parole possiamo sognare e costruire nuove realtà e nuove visioni.
Homing è un libro coraggioso, perché denso di “senso”. Tra le pagine - intense e vibranti - si mescolano sensibilità e intelligenza, ironia e profondità, dolcezza e rabbia.
L’indignazione è uno degli ingredienti più preziosi che muovono la scrittura: indignazione per il modo in cui troppo spesso costruiamo e roviniamo il nostro piccolo universo, per colpa delle nostre viscerali paure, delle ipnotiche debolezze, delle intime fragilità.
Nella difficoltà di una struggente e incompiuta storia d’amore marchiata dallo spettro dell’abbandono definitivo si respira lo spasimo violento e incontenibile del desiderio di condivisione: Rossana è la vera stella che illumina o offusca la strada di Mariano. Presenza spesso fuoricampo, ma potente e magnetica.

Un libro come Homing - con quel desiderio forte di trovare una “casa” intesa come porzione di pianeta in cui sentirsi liberi e veri, senza maschere né costrizioni - è un libro che aiuta a costruire uno sguardo intelligente e profondo sulle relazioni umane, sull’amore, sulla morte.
La libera ricerca delle radici del proprio essere si scontra con le assurde regole che ingabbiano la società e che costringono gli esseri umani più sensibili a sentirsi inadatti, inadeguati, come rottami.
Nel vuoto pneumatico che il sistema tende a produrre, ci vogliono coraggio, pazienza e amore per sgretolare i lati peggiori di se stessi: e il primo passo è sempre riconoscerli e accettarli.
Per ri-costruire un modello di bellezza naturale, capace di valorizzare anche il frammento, le schegge, i cocci.
Senza artifici, senza inganni.
Senza la diabolica tentazione di scaricare sempre sull’Altro ciò che in noi rappresenta lo scarto, il rifiuto, l’immondo, il relitto.

Siamo carne e sangue.
Siamo anima e parole.
Siamo vita che pulsa in un universo che puzza di morte.
Cosa c’è di più costruttivo che cercare un senso e una nuova bellezza nel far convivere in noi stessi magia e diavoleria, sacro ed immondo?

Rimaniamo in silenzio per un bel po’ e nel silenzio la vita mi sembra più che mai una grande questione di debiti. Ma non si tratta di soldi. Il mondo ha a che fare con quei tipi di debiti. La vita è un’altra cosa. Ci sono persone che danno senza gelosia. Guardano e fanno coraggio, sorridono e dicono quello che a loro ci sono voluti anni per imparare, parlano e si respira la vita. A volte tu sei lì a ricevere e hai quasi la certezza che non potrai ricambiare. Non con loro. Potrai farlo con qualcun altro, forse, in un altro tempo. Ma il debito sarà comunque saldato. E loro sanno anche questo. Sanno che prima o poi ripagherai”.
(Sara Benedetti, Homing, Edizioni Clandestine, 2007)